Alla fine, se vado proprio in fondo, io odio lo spreco.
- retedefacto
- 7 set
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Lo spreco di energia, di idee, di momenti, di istanti perfino. Lo spreco di denaro, anche, ma soprattutto di parole, di silenzio, di ascolto, di sguardi. Lo spreco di sorrisi, di gesti, di slanci, di fantasia, immaginazione, suggestione, evocazione, impressione. Lo spreco di accorgimento, di realizzazione, di comprensione, di identificazione, compassione, comprensione almeno, immedesimazione. Lo spreco di intuizione, quell’entrare dove non ti è consentito per capire ciò che è obbligatorio cogliere, dunque evoluzione, accumulazione, climax, enfasi, furia, rivolgimento, soddisfazione. Lo spreco di amicizia, di comunanza, di solidarietà. Lo spreco di minuti, ore, giorni, lo spreco di afflato, coinvolgimento, comunanza. Lo spreco di creanza. Lo spreco di ogni elemento, marginale, esiziale, collaterale. Lo spreco di note, arie, adagi, lo spreco di glorie, circostanze, celebrazioni, lo spreco di azioni. Lo spreco di fortune, rinascite, lo spreco dei giochi, delle liturgie, delle ripetizioni, delle ricostruzioni, delle riedizioni, delle cure, delle carezze, dei richiami, delle ristrutturazioni, dei rilanci, delle voci che ti impediscono allontanamenti, deviazioni, sprechi, alienazioni.
Odio lo spreco delle cose che si sprecano sempre, le cose normali di tutti, a cui tutti non prestano attenzioni, lo spreco di manutenzioni, di tagliandi, di secrezioni dell’amore, di elucubrazioni, pensieri, acquisizioni, raggiungimenti, e perfino di lezioni. Lo spreco della costruzione dei momenti magici. Li spreco degli elisir, delle pozioni.
Odio lo spreco della vita, quella che sta andando,
che necessiterebbe voce, presenza, presidio, resistenza.
Li c'è spreco di ciò che non c’è.
Spreco di ciò che puoi fare, anche se pareva di no.
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